Club Alpino Italiano
sezione di Vigo di Cadore
Bivacco G. Spagnolli Cialdi Alto CAI Vigo, inaugurato nel 1985
Il bivacco “G.Spagnolli” è forse il frutto più bello prodotto dall’attività del Club Alpino Italiano Sezione di Vigo di Cadore. Per comprenderne appieno il valore bisogna dire che le diverse contingenze storiche hanno, di fatto, imposto l’isolamento della catena Tudaio-Brentoni. Questo ha limitato l’affluenza di escursionisti e alpinisti “foresti” ma, contemporaneamente, ha consentito agli appassionati locali di godere in esclusiva un contesto naturale fatto di silenzio e ricco di immagini e atmosfere altrove irrimediabilmente perdute.
Quando la sezione del CAI di Vigo ha deciso, nel 1978, di costruire sotto le due forcelle Ciadin Alto Est e Ovest un vero e proprio punto di appoggio per gli estimatori di questi luoghi tanto suggestivi, sapeva di assumersi una grande responsabilità. La preoccupazione era quella di non creare le condizioni per rovinare un autentico patrimonio di pura e severa bellezza alpina. Oggi possiamo dire tranquillamente che gli sforzi allora profusi sono stati intelligenti e lungimiranti, cosicchè il manufatto si è posto davvero al servizio del miglior alpinismo e non ha rotto quel magico equilibrio che la storia ha voluto riservare alla valle del Piova e alle creste dei Brentoni.
C’erano quasi 500 persone a salutare la sua inaugurazione il 22 settembre 1985 a Ciadin Alto, in una grande festa della montagna, con le rappresentanze di 30 Sezioni C.A.I. strette intorno al presidente generale G. Priotto, al presidente R.De Martin, al sindaco di Vigo S.Piazza e all’inossidabile don Sesto Da Prà, parroco di Lorenzago, che ha tenuto per l’occasione un caldo e commosso discorso ricco pure di spunti autobiografici. Ma da dove è nata l’idea di un bivacco in quella posizione? Agli inizi del secolo, quando il Cadore fu interessato dai possenti lavori di fortificazione, sotto le cime del Ciadin, a un’altitudine di 2047 metri, proprio nel punto in cui il sentiero (oggi segnavia n°330) di Ciadin Alto si biforca per indirizzarsi alle due forcelle Est e Ovest, è stata realizzata una grande spianata, con muri a secco a monte e a valle. Su tale fascia di terreno fu poi costruito un ricovero di legno detto baracca “de Perina” dal nome del capomastro direttore dei lavori, Pietro Da Rin Spaletta, “Piero Perina” appunto. Nel dopoguerra servì da rifugio ai pastori e per bivacco ai non molti alpinisti.
Antonio Berti prima ed Ettore Castiglioni poi la ricordarono rispettivamente nel 1928 e nel 1954 nelle loro benemerite guide (Dolomiti Orientali e Alpi Carniche). Già negli anni ’50 però il manufatto finì abbandonato e cadde in rovina, e lo stesso sentiero non ebbe sorte migliore, invaso da cespugli, mughi e ghiaie. Nel 1973 è nata la Sezione del Club Alpino Italiano a Vigo. Lo scopo primario è stato subito quello di riattivare i sentieri alpini abbandonati e di impedire quindi la perdita di un autentico patrimonio di storia e di civiltà silvo-pastorale. Ed ecco allora che nel 1980 il CAI di Vigo inizia a costruire una baracca di cantiere munita di 3 posti letto, di una stufa e di un fornello, come base per accogliere i volontari impegnati nell’opera di costruzione.
Tra il 1981 e il 1983 è stata realizzata una teleferica per il trasporto in loco dei materiali. Era lunga 1700 metri e agevolò non poco gli sforzi dei tanti appassionati accorsi per dare una mano. Gli ultimi lavori sono stati fatti tra il 2 e il 5 novembre 1984. Il bivacco, che vuole imitare le caratteristiche topiche delle malghe esistenti in zona, consiste in un manufatto in blocchi di cemento (m 6X6), alto 5 m con solaio di legno e copertura in legno e lamiera. Comprende due vani al piano terra, adibiti a cucina e vano giorno, e sottotetto con 11 posti letto. Esso è stato dedicato al Senatore Giovanni Spagnolli, già Presidente Generale del CAI, scomparso l’anno precedente.
A sottolineare l’importanza della dedicazione l’allora Presidente del Senato Amintore Fanfani inviò a Vigo una targa ricordo e l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga inviò un telegramma. L’accesso al sentiero segnavia n°330 che porta al bivacco si trova in località “Fontanelle” al Km 7 della strada provinciale per Casera Razzo. Il sentiero misura 7 Km e si sviluppa su un dislivello di 850 m che si percorre in 2,30 ore circa. Ma al di là delle più impegnative mete che permette di raggiungere (Crissin di Gogna, Crissin di Auronzo, Schiavon, traversata dei Brentoni, Popera Valgrande…), ci piace sottolineare la sua particolare posizione e conformazione, che lo rendono assai adatto ad ospitare corsi di alpinismo, gruppi naturalistici, gruppi di alpinismo giovanile… Cosa chiedere di più ad un bivacco alpino?
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