CAI Vigo di Cadore

Club Alpino Italiano

sezione di Vigo di Cadore

 

«vedrai che qualcosa faremo!!!»

Il paese e la sua storia

Vigo di Cadore è un comune della provincia di Belluno che si trova a circa 1000 m s.l.m. Il suo territorio è caratterizzato da boschi di conifere e latifoglie, e presenta un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine anche molto accentuate. Il comune occupa una posizione panoramica e dominante sull’alta valle del Piave ed è abbracciato da catene montuose come lo Schiavon, i Brentoni e i Tudai di Razzo. Essendo collocato nell’Oltrepiave cadorino, Vigo di Cadore è immerso nell’incantevole bellezza di un incontaminato e rilassante paesaggio dolomitico. Le cinque borgate di cui si costituisce il Comune (Vigo, Laggio, Pelos, Piniè e Treponti) sono ricche di itinerari storici, culturali e naturalistici. Costellato da casere, baite e bivacchi, Vigo di Cadore è un ottimo punto di partenza per escursioni e attività all’aria aperta.

Come numerosi altri simili Comuni, il nome “Vigo” deriva dal latino “vīcus”, cioè “gruppo di case, villaggio”. La presenza dei Romani è attestata da alcuni ritrovamenti archeologici come oggetti fittili e vasellame, che testimoniano insediamenti urbani risalenti a prima della caduta dell’Impero Romano; tuttavia, solo nel primo secolo dopo il 1000 d.C. si può dire sia iniziata una vita di comunità. Il primo documento in cui appare il nome di Vigo risale al 1186 e si tratta di un atto di acquisto di terre e monti. Nel 1427 entra a far parte dei domini della Serenissima, di cui seguirà le sorti; passa sotto Napoleone e quindi è nelle mani dell’impero austriaco, per entrare infine a far parte del Regno d’Italia. Nel 1540 la frazione di Laggio viene rasa al suolo dalle fiamme, e nel 1705, e successivamente anche nel 1854, viene danneggiata gravemente, mentre la località Pelos viene rovinata da incendi più volte intorno alla metà nel 1800. Dall’età medievale, la Comunità di Vigo, documentata dal XII secolo, si amministrava autonomamente attraverso l’istituto della Regola, tipico dell’area bellunese e cadorina in particolare. La Regola era basata sull’assemblea dei capifamiglia che, attraverso l’elezione di un “marigo” e di altre cariche con compiti specifici, governava in ogni villaggio la vita comunitaria e gestiva i beni comuni. Con Lorenzago e con le antiche Comunità di Laggio, Pelos e Piniè, oggi frazioni di Vigo, costituì il Centenaro di Oltrepiave, ovvero di una delle dieci circoscrizioni territoriali formate da più Regole, che formavano la Magnifica Comunità di Cadore; del Centenaro fu anche capoluogo fino a inizi Ottocento.

Vigo di Cadore racchiude dei veri e propri tesori artistici, come la Chiesa Pievanale di San Martino, al cui fianco sorge la chiesa della Madonna della Difesa, opera di Nicolò Ruopel ed edificata nel 1512 per assolvere un voto popolare conseguente allo scampato pericolo di saccheggio per i fatti d’arme che interessarono il Cadore durante la Guerra della Lega di Cambrai. Vi sono poi la Cappella di Sant’Orsola, i cui affreschi, per colori e stile la rendono una piccola cappella degli Scrovegni, e la chiesa più antica della vallata, Santa Margherita in Salagona, risalente al XIII° secolo. Presso l’ex palazzo municipale di Vigo di Cadore è stata fondata nel 1892 dallo studioso Antonio Ronzon la Biblioteca Storica Cadorina, che raccoglie oltre 8.000 volumi e 550 pergamene, costituendo il più importante centro di raccolta di testimonianze che riguardano il Cadore. Il patrono di Vigo di Cadore è S. Martino, che si festeggia con il Palio di S. Martino, una rievocazione storica in costume medievale famosa in tutto il Cadore. Per questa occasione il paese di Vigo diventa lo scenario degli uomini che hanno contraddistinto il periodo della prima metà del XIV sec.(1345).

Sul territorio comunale sono anche presenti numerose opere militari risalenti alla Prima Guerra Mondiale, tra cui forti, cunicoli e postazioni, sono visibili sul Col Ciampon e sul Monte Tudaio, mentre ai piedi di quest’ultimo si possono visitare le opere in caverna del “Vallo Alpino Littorio”, fatto realizzare da Mussolini tra il 1939 e il 1942.

Infine, dal punto di visita naturalistico, oltre ai numerosissimi sentieri ed itinerari che costellano le alture vicine al paese, a pochi km dal centro e comodamente raggiungibile anche in auto, si trova l’Altipiano di Casera Razzo (1.800 mt. s.l.m.), un eccellente punto panoramico con ampi pascoli che d’inverno si trasformano in incantate distese di neve. Costellato da casere, rifugi e baite, è luogo di partenza di numerosi itinerari escursionistici e ideale per praticare tutto l’anno attività sportive all’aria aperta. In inverno è funzionante anche un piccolo campo scuola per lo sci alpino.